Non nascondiamocelo, il conflitto è una costante all’interno delle nostre relazioni.
Possiamo, certo, aver maturato un’idea propositiva della vita e del nostro ruolo professionale, imparato ad accogliere con indifferenza o con sapienza le obiezioni, le critiche o i malumori delle persone intorno a noi. Eppure, intorno a noi, la miccia è sempre pronta a deflagrare.
E allora quella di saper gestire con successo i conflitti diventa un’arte sopraffina.
Come tale, richiede tempo e anni di esperienza, ma la buona notizia è che puoi davvero fare passi da gigante.
A partire da ora.
Ecco allora alcune strategie pratiche per gestire con successo le relazioni nel tuo ambiente lavorativo.
QUESTIONE DI MENTALITÀ
Comunemente, il conflitto viene visto in modo negativo e spiacevole.
Il pensiero comune ci dice che va eliminato il prima possibile, per poter tornare a godere serenamente delle nostre relazioni.
E se invece fosse un’opportunità?
Se ben gestito, il conflitto non si presenta come problema da risolvere, ma come una forma di interazione da utilizzare per far crescere la relazione.
Hai certamente sentito parlare di Intelligenza Emotiva.
È la capacità di riconoscere, comprendere e gestire in maniera consapevole le proprie emozioni e quelle altrui – una dota ormai imprescindibile all’interno di ogni realtà organizzativa.
Una competenza da maturare per ottenere il massimo dalle nostre relazioni con gli altri.
A tal scopo, il Pensiero Critico è un’altra qualità molto importante.“Critical Thinking” è la capacità di analizzare informazioni, situazioni ed esperienze in maniera accurata e ragionata – vagliando tutti i pro e i contro – con l’obiettivo di raggiungere un giudizio che sia quanto più possibile accurato e oggettivo.
Entrambe queste qualità, specie se combinate insieme, possono condurti verso enormi risultati.
Ecco allora che, il primo passo necessario per poter gestire con successo i conflitti che si presentano sul luogo di lavoro, ma anche nel quotidiano, è raggiungere una certa padronanza dei tuoi pensieri e, di riflesso, delle tue azioni.
Spesso ci lasciamo trascinare dalle emozioni negative.
Succede ad esempio quando ci troviamo coinvolti in una situazione particolarmente delicata,
come una riunione tesa o dinanzi all’atteggiamento di aperta ostilità da parte di un collega o collaboratore.
È utile a questo punto fermarsi un attimo e prestare ascolto alle sensazioni che maturano in noi, prima che queste possano prendere il sopravvento sui nostri comportamenti.
Provi rabbia? Sconforto? Delusione? Tristezza?
È perfettamente naturale come reazione e non devi mai cercare di reprimere con forza le tue emozioni, anche se ti appaiono negative e controproducenti.
La soluzione è anzi focalizzare l’attenzione su quella particolare sensazione.
Accogliere emozioni come la delusione o la rabbia significa riconoscerne la legittimità, fa parte di te, e puoi passare subito allo step successivo: osservare senza giudizio.
Ecco la rabbia, la tristezza, l’ennesima delusione… OK!
È proprio lì, dinanzi a te.
Una sensazione feroce ti assale dinanzi all’indisponenza del tuo collaboratore, è perfettamente comprensibile, ora però sei dinanzi a una scelta.
Reagire, come probabilmente lui già pregusta alle sue provocazioni, o trarre tu un vantaggio dalla situazione.
Ora che sai riconoscere e osservare da lontano le tue emozioni, hai molte più frecce nel tuo arco.
A CIASCUNO IL SUO
Vediamo ora, nello specifico, come gestire strategicamente i conflitti che si presentano sul luogo di lavoro.
Sta a noi, specie se il nostro è un incarico di peso all’interno dell’organizzazione, il nostro modo di porci nelle relazioni interpersonali sul lavoro potranno generare un benessere organizzativo oppure un malessere che può celare dei conflitti espressi o nascosti.
Cominciamo a distinguere gli atteggiamenti individuali e sperimentiamo alcune pratiche strategie di intervento quando si verificano.
Questo tipo di atteggiamento può essere generato, ad esempio, da pregiudizi, reazione verso il contesto, credenze o convinzioni ideologiche discordanti. L’ostilità può rimanere latente o sfociare in una discussione aperta.
Parole, parole, parole … rischia sempre di banalizzare gli argomenti e portare fuori dai binari la discussione.
Circondarsi di persone intellettualmente stimolanti è senza dubbio positivo.
Tuttavia, a volte un eccesso di ragionamento può condurre fuori strada la discussione. Il rischio con queste persone è di elevarsi in ragionamenti troppo astratti o di perdersi in troppi particolari.
5. L’ALTER EGO
Capita che, talvolta, qualcuno nel corso di una riunione colga l’occasione per mettersi particolarmente in mostra. L’alter ego” ama “sovrapporsi agli altri”. Interrompere gli altri per ribadire sostanzialmente i concetti già espressi. Forse vuole porre in risalto la propria opinione, o semplicemente, sentirsi accettato e particolarmente celebrato all’interno del gruppo.
6. L’ALPHA
A differenza del precedente, discutendo la sua visione delle cose non si è rivelata particolarmente utile e proficua.